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    Nazareno Corsini, pittore cadorino, fin dalla prima adolescenza ha rivelato attitudine e sensibilità per il disegno e il colore, attraverso un'amorosa ed attenta osservazione della natura della sua terra d'origine. Compiuti gli studi artistici si dedica all'insegnamento del Disegno e della Storia dell'Arte perseguendo contemporaneamente un'intensa attività di ricerca pittorica frequentando l'ambiente artistico della Scuola Veneta.

    Il paesaggio collinare veneto, nella sua tipica  atmosfera quasi rarefatta, colta nel momento del crepuscolo, influisce in modo fondamentale sulla sua pittura, in un delicato gioco di trasparenze e di grigi colorati. Oltre che al paesaggio, la sua ispirazione si volge spesso alla natura morta o vegetale,senza comunque trascurare la figura femminile, sovente trasfigurata in atteggiamento di pacato abbandono.

    La Critica si è occupata delle sue opere con molteplice apprezzamenti apparsi sulla stampa nazionale ed estera, recensendo in modo lusinghiero le sue mostre personali allestite in Italia, Germania, Austria, Svizzera e Francia, sottolineando inoltre la sua partecipazione a rassegne nazionali con il conseguimento di significativi premi e riconoscimenti.

    Nei delicati paesaggi di Nazareno Corsini è il legno - degli alberi e delle case di collina - ad essere riconoscibile a prima vista per il suo colore caldo che induce a ricordi di serenità. È il legno l'antico amico dell'uomo e il suo fedele compagno lungo il corso delle epoche ed è il legno che spesso gli offre conforto, rifugio, sostentamento. Con esso l'uomo ha stretto un patto di millenaria alleanza.
A completamento del paesaggio dipinto da Corsini la natura, dl prato al cielo, ha invece i toni dissolventi dal bianco, al grigio, all'azzurro appena accennato, ovvero sembra quasi che l'artista, rarefacendola all'occhio, voglia indicarti l'essenza del soggetto ed invitarti a mirare dritto all'albero ed alla casa, un tempo alfa e omega del segno della presenza dell'uomo in un ambiente ancora preservato dagli affronti del tecnologismo disumano d'oggigiorno.

    Uomo avvezzo alle arditezze delle Marmarole, Corsini predilige, come si vede, il linguaggio dolce della collina, vuoi perché parte del suo sangue proviene dal quel Veneto che si adagia morbido al limitare della pianura guardando in alto, vuoi perché la collina stessa parla un linguaggio assai più consono all'artista il quale, alle cose grandi e incombenti, antepone la sobrietà di ciò che si abbraccia con un solo sguardo. Così l'artista, nei paesaggi come nelle sue donne aggraziate e nelle sognanti immagini lagunari, intinge il pennello nella tavolozza della poesia con grande naturalezza liberando tutta la sua sensibilità di fronte alle cose buone dell'esistenza.

    Gli si adattano, pertanto, visto il suo amore per le atmosfere latino-americane, questi versi di Pablo Neruda: “Amigo, llévate lo que tu quieras, / penetra tu mirada en los rincones, / y si asì lo deseas yo te doy mi alma entera / con sus blancas avenidas y sus canciones” (Amico, portati via quello che vuoi, / affonda il tuo sguardo negli angoli, / e se vuoi ti darò tutta l'anima / coi suoi bianchi viali e le sue canzoni). È un invito che chi ammira le sue opere non può disattendere, anzi è bene che si faccia coinvolgere dal cardo, dalla pietra screpolata, dalle tavole di un fienile, ne colga l'essenza e, con l'occhio e col cuore, si porti via - come dice il poeta - uno scampolo di sogno.

    Tutto ciò servirà a vivere meglio, anche a spiccare un volo nei propri ricordi ancestrali per proiettarsi verso l'infinito rappresentato dal nostro futuro. “Quiero saltard al agua para caer al cielo”, diceva ancora Neruda, e chi non vorrebbe saltare nell'acqua per cadere sul cielo? Immergendosi in un quadro di Nazareno Corsini ciò è possibile: basta liberarsi dalle scorie impure della superficialità e dell'insensibilità.

                                      Dino Bridda

    Nazareno Corsini parla attraverso le tele dei suoi sentimenti. Per sua natura schivo e tendente alla contemplazione, appartata e pur disponibile al dialogo, aperto e sincero con gli amici si esalta di fronte al soggetto che sta dipingendo. Il pittore si commuove perdendosi, come guidato da una forza interiore e misteriosa per le vie della poesia, rendendolo vero, attento e spontaneo cantore delle cose più genuine e autentiche.

    Artista completo affronta ogni tema: sia il paesaggio, sia la figura, sia la natura morta.

    Il «paesaggio», sempre di ampio respiro, ci porta alla quiete dell'ambiente alpino, ricco di intime emozioni con una pittura efficace, risolta con una gamma di grigi ora cinerini ora perlacei rotta da lampi di rosso mattone ed arancioni bruciati.

    Sagome scure tracciano profili di case, di tabià in lontananza sotto un cielo cupo, che porta nubi di tempesta e vento.

    Più serene le marine con una Venezia sospesa ed incantata, velata da un'atmosfera di sottile malinconia, pervasa da quell'incanto che la rende unica al mondo.

    Le «figure», tanto care a Nazareno, ci parlano di un ambiente tutto femminile. È il trionfo della donna, ritratta nei momenti più comuni della giornata come avviene in un dialogo fra amiche. Qui i volti sono distesi, pacata è la conversazione, deliziosi e morbidi i lineamenti dei visi, anche le vesti che le ricoprono richiamano lontane primavere e dolci attese nell'andare sinuoso delle forme. Un chiacchierio lega fra loro toni, voci ed accordi in segreta intesa, in una comunione di sensazioni, di emozioni a tratti appena accennate o timidamente esposte.

    Il pittore si lascia incantare dall'apparizione di una “Ragazza con cappello bianco” che improvviso si staglia in un balcone ricoperto di fiori. Le movenze sono misurate da musicali cadenze. La delicata linea del volto contrasta con l'esuberanza cromatica dei petali dai rossi accesi, dai rosa carichi, dai blu notturni, dai verdi pastosi. Si tratta di una composizione armonica e severa, che dà la misura delle capacità intuitive ed interpretative del pittore. Il copricapo a larghe falde dona allo sguardo un che di misterioso. Incognita è la sospensione della meraviglia nell'abbandono voluto di un sorriso.

    Non meno efficaci sono le «nature morte» che nascono in Studio dopo un attento accostamento dei vari soggetti da riprendere, che possono essere i più diversi: dagli strumenti muscali, a tutta una serie di anfore, lanterne e candelieri, dalla frutta ai fiori, in un continuo gioco di suggerimenti compositivi, dove trionfa la natura vegetale dai preziosismi cromatici e dalle suggestive trasparenze.

    La raffinata tecnica pittorica di Nazareno Corsini regala attimi di meditazione, di gioia. La pennellata non è mai violenta. Non si violenta la natura maestra di vita e di sogni.

    L'artista con la sua arte dà una lezione di lealtà, di coerenza aperte al dialogo ed alla riflessione. Lezione forte e vera come deve essere una stretta di mano fra amici, affascinante come il rosso abbagliante del sole, quando tramonta dietro le sue montagne.

                                                                                                                 Marino Perera

    Nazareno Corsini dipinge nel proprio Studio a Pieve di Cadore (BL)

    nazareno@nazarenocorsini.it